ANNASSAGORA

 



LA VITA E LE OPERE

Nacque a Clazomene interno al 500 a.C., Anassagora si trasferì ad Atene, dove visse per moltissimi anni. Fu maestro e amico del governatore Pericle e tenne pubbliche lezioni che furono ascoltate anche da Ippocrate e Socrate. Accusato di empietà, probabilmente dai nemici di Pericle, per la sua mentalità scientifica in quanto riteneva che il sole non fosse una divinità ma una semplice massa infuocata, fu cacciato da Atene e si rifugiò a Lampsaco in esilio dove morì intorno al 428 a.C.

Si interessò di medicina, matematica, biologia e soprattutto astronomia e si dedicò allo studio dei fenomeni naturali senza preoccuparsi degli affari politici.

Anassagora scrisse un’opera in prosa, Sulla natura, di cui ci restano soltanto frammenti.

Una delle prime figure di scienziato

Anassagora può essere considerato la prima figura occidentale di “scienziato”. La sua attitudine a trattare i fenomeni non come frutto di forze divine, ma come effetti a cause naturali, si basava sull’osservazione diretta e sul ragionamento, considerata come una nuova mentalità per quel periodo.

Per quanto riguarda la cosmologia (studio della struttura materiale e delle leggi che regolano l'universo concepito come un insieme ordinato), Anassagora mostra di avere una percezione delle dimensioni e della configurazione dell’universo migliore, nuova e innovativa di quella dei suoi predecessori.

La teoria dei semi

Anassagora ammette a fondamento dell’universo i semi, particelle invisibili e piccolissime di materia qualitativamente differenti tra loro, infinitamente divisibili, eterne e immutabili, infinite in quantità e numero.

Anassagora passò dall’unità alla differenziazione degli esseri: prima pensava che “tutto fosse uno”, i semi, cioè erano confusi insieme; poi si è avuto il processo di differenziazione e di separazione degli elementi. Quindi da uno stadio iniziale in cui sono un tutto elementare e confuso, passano attraverso un processo di differenziazione che forma organismi differenti, con caratteristiche e funzioni specifiche.

Ma comunque in tutte le cose permane una base comune e unitaria, costituita da infiniti elementi invisibili, in quanto anche dopo il processo di separazione, rimane una traccia di quella relazione originaria che li congiungeva tutti in unità.

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