I Sofisti


 I Sofisti - etimologia

● sophistes = dal greco sapiente, saggio

● dal V sec. a.c il termine indicò un gruppo di filosofi meteci (stranieri), che fecero

della sapienza una professione a pagamento

● ciò venne considerato ad Atene uno scandalo.

○ Senofonte li definì “prostituti della cultura”

○ Platone e Aristotele li definirono “maestri di ragionamenti capziosi”.

Platone inoltre, accuserà i sofisti di aver causato, condannato e ucciso il suo maestro, Socrate.

● sofisticato = raffinato, privo di naturalezza e semplicità, artefatto. Per questo oggi la parola sofista, ha un’accezione negativa (“spregiudicato della parola”, ingannatore)

I Sofisti - chi erano?

● I Sofisti sono i sapienti, i saggi. Quelli che ad atene insegnavano ai giovani la filosofia, tecniche di retorica, dialettica, oratorio. Insegnavano a parlare, a criticare le argomentazioni degli avversari e a far valere le proprie tesi. Mettevano al centro della loro indagine l’uomo politico, l'uomo della città. Platone li accusa di essere dei parolai, dei falsi filosofi che fanno dei ragionamenti privi di veridicità. Un sapere puramente tecnico. Riducono il linguaggio a un mero strumento, indifferente alle motivazioni e ai fini di chi lo usa. Sofisti divisi in due gruppi: chi come socrate è un filosofo al servizio della verità e della virtù, chi come sapienti al servizio della tecnica. Quelli che venivano pagati di più si concedevano al servizio di difendere o attaccare quella determinata tesi. Ecco perché erano definiti prostituti del sapere

● i sofisti sono dei sapienti che insegnano nelle grandi città come ad atene. grazie alla democrazia di pericle, favorisce il dibattito e la discussione. la democrazia è dialogo. Tanto è che nasce la formazione di una nuova classe dirigente capace di ottenere il consenso della popolazione, le assemblee popolari. in un contesto democratico è molto importante la parola, i sofisti insegnano a parlare. Socrate educava i giovani alla ricerca autonoma della verità. i sofisti insegnavano tecniche e contenuti. la parola, la grammatica, l’oratoria, la retorica, ma anche la politica, leggi, educazione, religione e lingua. insegnavano l'arte della parola.

I Sofisti - Protagora

● nato ad abdera, attuale Turchia. soggiornò più volte ad atene e divenne amico di Pericle. fu allontanato dalla città per empietà. mentre fugge da atene, muore in un naufragio per arrivare in sicilia.

● l’uomo è misura di ogni cosa. la misura di ogni cosa è la realtà (esempio natura, politica lo studio degli astri). l'uomo è misura, ovvero che le cose non hanno un valore e nemmeno una misura ma il criterio che le misura è l'uomo. cosa intende l’uomo per pitagora? non è la cosa in sé che ha un valore ma gli aspetti dell'uomo che danno un criterio e un valore alla cosa. tre interpretazioni della misura dell'uomo

Prima. L 'uomo è il singolo individuo. le cose sono la realtà. sono gli oggetti percepiti attraverso i sensi dall’uomo. le cose appaiono diversamente a seconda degli individui che le percepiscono, secondo la propria unità, il proprio giudizio( es dolce amaro,l’amore..) soggettivismo.

Seconda. uomo come umanità. cose come realtà in generale. gli individui valutano la realtà secondo parametri uguali perché comuni a tutta la specie . umanità intensa come un essere vivente dotato di sentimenti, giudizi morali simili. l’uomo portatore di valori simili e condivisi, dotato di ragione e moralità. valori comuni perché intesa l'umanità come specie che condivide stessi valori. le misurazione sono universali, ossia condivise da tutti gli uomini. fenomismo

Terza. uomo come civita e comunita. le cose come valori e ideali della comunità. l’uomo come cultura unità di appartenenza. un uomo inserito in una cultura, ha avuto un'educazione. in base a questo, che cambia da luogo a luogo e da tempo a tempo, in base alla comunità di appartenenza essa porta dei criteri per giudicare. Protagora ci dice che non esiste la verità ma le verità. le verità sono relative alla cultura di appartenenza. ma allora quale è la verità giusta? secondo pitagora non esiste una verità giusta ma bensi quella che scegliamo in base al criterio dell’utile, non in base al giusto o al vero ma ciò che è utile per la comunità. perché il benessere comune è più importante di quello privato, senza valori assoluti. cosa è utile per tutti, non per me. ma purtroppo un rischio era che attraverso la retorica si rischiava di legittimare solo l’utile dei potenti e delle classi dominanti.

I Sofisti - Gorgia

● nato a lentini, in sicilia, spostandosi in città in città insegnando l'arte della retorica si arricchisce molto. espone tesi anticonformiste che gli procurano problemi con la giustizia. sembra che sia morto a 109 anni.

● gorgia sostiene tre tesi.

➢ Nullaesiste.pergorgianonèpossibilepensarel’essereingenerale,lanatura,il

principio. l’essere può esistere come essere, non essere e l’essere/non essere. se fosse non essere, non esisterebbe perché il non essere non può essere. se esistesse l'essere, non posso dire che nulla esiste. se l’essere esiste potrebbe essere o eterno, o generato o eterno generato.

se è eterno, non ha un principio, non ha una causa, non ha un inizio. se non ha un inizio è indeterminato, infinito, non ha né spazio né tempo, non ha alcun luogo. se non ha un luogo, non avendo un posto non esiste. quindi l'essere non esiste.

se è generato, sarebbe o dall’essere o dal non essere. dall’essere non può, perché se fosse così vuol dire che l'essere già ci sarebbe e sarebbe eterno ma eterno non può essere. dal non essere non potrebbe essere generato perché dal non essere non può derivare l’essere. Da qualcosa che non è non può derivare l’essere. l'essere dunque non è né eterno né generato. il non essere non c’è. l’essere non c'è. nulla esiste.

non è pensabile, in maniera logica la realtà dell’essere.gorgia nega la struttura dell’essere. non si può trovare la natura della realtà. l'arché, il principio dell'essere secondo gorgia non esiste. non esiste una realtà univoca dell'essere della realtà. non posso andare al di là della natura per cercare il principio della natura.

➢ sequalcosaesistesse,nonsarebbeconoscibiledall’uomo.ilpensierononèlo specchio della realtà.Noi possiamo pensare anche cose che non esistono (es. l'uomo che vola, i carri che corrono sul mare). quindi non è vero ciò che sosteneva parmenide che il pensiero è il principio dell'essere perché tutto ciò che pensa l’uomo non è rappresentabile nella realtà come tutte le cose presenti nella realtà non sono conosciute dalla mente. il pensiero e la realtà non sono corrispondenti.

➢ seanchequalcosafosseconoscibile,nonsarebbecomunicabileadaltri.il linguaggio non esprime in maniera adeguata la realtà. il linguaggio non coglie l’essenza delle cose e quindi questo non può esprimere la realtà. esso è una convezione tra gli uomini, di conseguenza le parole non corrispondono agli oggetti, quindi sono inadeguate a spiegarli.

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